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Abroad: rock dal mondo

Il mondo dei Grassmann, con l'A3 che ti sembra una highway

Ep dei Grassmann "Just In Time".

2012-autoprodotto

di Vincenzo "Mercenario" Argenziano

La musica, il generi musicali, il rock. Se li scomponi e li metti sotto una lente di ingrandimento, non sono nient'altro che storie.

Cos'è una storia? E' qualcuno che racconta qualcosa a qualcun altro e, in un modo o nell'altro, gliela fa vivere.

Ma ci sono storie che vengono raccontate, e altre che vengono ignorate. E spesso i motivi per i quali una storia non viene raccontata, sono davvero disarmanti, perchè tutto dipende dai mezzi con cui viene raccontata, e spesso chi ha in mano questi mezzi è vittima di un'inversione corporale acuta: la zona abitualmente atta ad ospitare la materia cerebrale viene a trovarsi occupata da appendici genitali.

Allora la storia dei Grassmann ve la racconto io, è una storia come tante, ma visto che la conosco, sarebbe triste e stupido farla scivolare nel silenzio.

E' la storia di due ragazzi, Lennon & McCartney (o Liam & Noel, fate voi) di provincia. Uno ha un carisma naturale, un vocione rauco innato, una comunicativa corporea di chi sa come farsi ascoltare. Si tratti di raccontare un “fatto” a degli amici davanti ad una birra o di cantare “Purple Haze”, qualsiasi sia il palco sul quale si trova, sa essere un incrocio da il Belushi dei Blues Brothers e uno Springsteen trentenne. L'altro è preciso, perfetto, organizzato, rigoroso, vanitoso, educato, ben vestito, ben pettinato, molte mamme gli farebbero tranquillamente sposare la figlia e suona anche il basso.

Questa storia nasce un bel po' di anni fa, e ce lo racconta proprio il nome Grassmann, che non ha nulla a che vedere con l'erba che se la bruci fa fare gli occhi rossi e la testa leggera. Infatti la doppia “n” finale racconta che questi ragazzi andavano al liceo, gli toccava studiare una brutta legge di linguistica e, tra uno sguardo ad una chiappa maturanda, un po' di quel vegetale magico di cui sopra e tante notti passate a sognare di essere uno di quelli di “Live Killers”, “Made in Japan”, “L.A. Woman” o “Abbey Road”, pensarono bene di voler formare una band. Ora, se questa storia non ve la stessi raccontando io ma MTV England (o USA, fate voi), nei quasi 15 anni passati da quelle mattinate liceali i ragazzi avrebbero (probabilmente, ma non è certo, fate voi) venduto qualche milione di dischi, sposato e divorziato da 3 o 4 attrici, fatto qualche tour anche in Australia, aperto un paio di ristoranti a Soho e adesso starebbero pensando di registrare il fatidico “...album della maturità...quello che avremmo sempre voluto registrare...in cui c'è dentro tutto quello che siamo...”. Invece siamo qui, e ci sono 5 canzoni, chiamatelo EP o demo, nel 2012 non fa differenza, che coronano questa lunga camminata. Assieme a loro Walter, batterista, figlio di un musicista che suonò su un favoloso disco della “Napoli nascosta” degli anni '70 (Gigi Pascal e la Compagnia Meccanica, cercate su Google o Youtube e non ve ne pentirete!). Poi Michele, col gravosissimo compito di “realizzare & modernizzare” il suono della band, il che sta dire essere, in un unica persona: il tastierista, quello che sa come metterci l'elettronica in mezzo perchè “...Cazzo, siamo nel 2012 e ci vuole!”, quello che registra e quello che mixa. Alla mia specifica domanda, mi ha detto di essersi risparmiato di dover cucinare, lavare e stirare, ma chi lo sa... Ah, c'è anche Marco, uno che se non fossimo qui, se ne parlerebbe come di un “onnipresente session-man”: insomma, uno che evidentemente sa bene come tenere la chitarra in mano, non rompe troppo le palle e sa farsi volere bene, se tante band lo cercano. Queste 5 canzoni raccontano tanto. Spiegano cosa succede se vivi in provincia di Napoli ma l'A3 ti sembra una highway, con i Kasabian nello stereo e una Marlboro di contrabbando in mano. Disegnano un bel quadro di stanzette da letto piene di poster, dischi, posaceneri piene, Rizla nascoste, foto-collage di viaggia a Londra, armadi pieni di vestiti da foto di copertina su Rolling Stone, cassetti pieni di sogni, ma che nel cassetto stanno a fianco del libretto universitario anzicchè del pass “Acess All Areas: Musician” per un live a Wembley.

Sarebbe noioso se vi parlassi delle canzoni: ascoltatele, perchè se state leggendo quest'articolo una parte del mondo dei Grassmann è anche il vostro, e loro ve lo stanno raccontando.

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