Li hanno definiti folk rurale. Ed in effetti suonano più o meno così: rock and roll da rodeo, un moderno country arricchito da una vena punky (come nella traccia d'apertura ".... A Woodckuck Chuck". Potremmo essere nell'Ohio, ma siamo a Pompei. E così The Shak & Spears esordiscono con "Gaster" (Freakhouse Records/Happy Mopy/Audioglobe/Belive Digital), e dalla vittoria a Destinazione Neapolis (con conseguente live al celebre festival partenopeo) hanno macinato chilometri e cotto a puntino gli 8 brani che formano l'album, ascoltati numerose volte in giro per i locali campani e non solo. "Stay Foolish Stay Groupie" non ha solo un titolo furbo: il brano ha forti potenzialità radiofoniche (infatti è il secondo singolo dell'album), così' come "Gypsies On The Car", la canzone dell'album piaciuta di più a chi sta scrivendo, vicina ai Devotchka più elettrici (che fanno capolino anche in "Tangosh") .
Anche Zoolander, primo singolo estratto (divertente anche il video diretto da Michele Pesce e lanciato in anteprima su Rolling Stone) è un brano contagioso, e già ti immagini le donne che ballano, sciogliendo le trecce ed alzando le lunghe falde, tra polvere e barbecue.
Non immaginatevi però quattro accordi e via: anche dietro l'apparente semplicità (Bedrooms) si sente un forte lavoro in fase di registrazione, grazie anche al missaggio di Ercole Longobardi (già a lavoro con Polina, 24 Grana, Planet Funk, Nobraino, Bisca) ed il mastering di Francesco Fontanella.
Un carrozzone zingaro che i fratelli Marlowe (nati da una costola dei rimpianti El-Ghor) hanno registrato al Mono Studio di Milano e che si piazza direttamente tra i migliori lavori usciti in Campania negli ultimi anni. Per l'Italia sono già pronti, e le riviste nazionali hanno già iniziato ad accorgersi di loro (per Federico Guglielmi sono una delle cose che lo hanno colpito di più ultimamente, mentre Rolling Stone dà loro quattro stelle su cinque).
Dopo i coretti di "How much is love", l'lultima traccia è l'apparente riflessione di "Fight Night", che però si chiude tra "la la la la" ed accelerate di chitarre, in una sorta di fine della festa. Tutti ubriachi, innamorati e sfatti.
Coniamo un neologismo: zingarock.
Luigi Ferraro