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Reggio Emilia e la paranoia. Intervista (e foto) agli Offlaga Disco Pax

Recensione (di Luigi Ferraro), live report (di Salvatore Sannino) e foto (di Antonio Siringo e Simone Celestino) del live degli Offlaga Disco Pax di sabato 28 novembre al Duel Beat.

Chi ha qualcosa di interessante da dire se ne sta lì sul palco e si chiama Max Collini. Reggiano, con la erre arrotolata, ci regala poesie moderne emiliane, aggrappate ai ricordi trozkiani, alla chincagliera post-comunista. Offlaga Disco Pax ed il Prototipo Tour, le loro canzoni-non canzoni riarriangiate "casiotronicamente", ovvero solo con tastiere casio, suonate da Enrico Fontanelli e Daniele Carretti. Il Lanificio 25 è pieno (per inciso, in questo posto non sembra di essere a Napoli) visto che anche il Duel Beat lo era, ma di acqua (a proposito, gli organizzatori dei live in Sala 3 stanno facendo tutto il possibile per recuperare le serate). Torniamo al Prototipo Tour, distribuito in un ep di sole 500 copie, con alcuni brani tratti da Socialismo Tascabile e Bachelite: la musica è quindi elettronica, un tappeto sonoro mai monotono che avvolge il pubblico. Pubblico che conosce a memoria i testi di Collini, capace di descrivere ironicamente e malinconicamente un'Italia (anzi una regione: l'Emilia Romagna) che non c'è più, dei circoli Arci, della toponomastica rossa e che a malapena riesce ad adattarsi nel tempo presente (la Golf con l'adesivo di Lula quando non era ancora presidene "e non se lo filava nessuno), Non sono i CCCP e non vogliono esserlo, non ci sono le invettive anarco-punk di Ferretti, piuttosto storie metropolitane che, ahimè, non avranno più luogo, non fosse altro per i "tempi moderni".

Chiude il concerto Bassline, brano estratto dal libro “L’ultimo disco dei Mohicani” di Maurizio Blatto, uno strano dj che sembra abbia "infliuenzato" i MAssive Attack. Qui si ride, ma chissà quanti si sono rispecchiati in quel brano e un po' hanno abbassato lo sguardo.

Luigi Ferraro

Questa invece l'intervista di Salvatore Sannino a Max Collini post-concerto.

Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25 Foto CampaniaRock :: Gli Offlaga al Lanificio 25

Partiamo dalla politica. Ora che il partito risulta non pervenuto, nell’attuale panorama politico italiano, in cui non c’è assolutamente più traccia del piccolo mondo antico di cui parlate,e che la Lega rischia di raggiungere anche la vostra Emilia...in cosa vi riconoscete?
Penso che contestualizzare troppo gli Offlaga Disco Pax nel panorame politico, possa essere uno sbaglio, perché non é una nostra intenzione. Si possono contestualizzare gli Offlaga nel loro territorio, un territorio che ha una storia, una tradizione politico culturale che noi stessi ci siamo resi conto che, in realtà, si è molto sfumata e rarefatta.Il mondo è cambiato e, siccome noi abbiamo sfiorato quel mondo, soprattutto io che sono un po’ piu’ vecchio, ma anche Enrico e Daniele nei racconti dei loro genitori, delle loro esperienze anche se negli anni settanta, ottanta erano molto piccoli. E’ bello poterle raccontare anche se in una forma molto particolare, molto minima e sicuramente con poche pretese e molta ironia quel tipo di territorio, di speranze, di esperienze. Oggi chi viene a Reggio Emilia non è che viene e scopre il socialismo, perché non é così. Però ci sono delle tracce, dei reperti nella toponomastica, alcune tradizioni legate a una forte presenza solidaristica, cooperativistica e un tipo di modello sociale che ancora oggi ha lasciato dei tratti importanti, delle tracce importanti che magari in altre esperienze nazionali o regionali non ci sono. Ma noi non siamo i cantori dell’Emilia rossa, non era questo il punto, noi facciamo la nostra cosa, non abbiamo la pretesa di essere portavoci di nessuno, politicamente siamo tutti e tre piuttosto attenti e, a guardare la politica di oggi insomma, ce n’è di che soffrire. Diciamo che c’è stata una politica un po’ più autorevole e con degli orizzonti che oggi non ci sono più, non è che siamo nostalgici, è che oggi ci vorrebbe una politica con quei valori, è un discorso un po’ retorico, noi dalla retorica ci stiamo sempre un po’ lontani...pero’ non sarebbe male.

I pezzi degli Offlaga sono montati sulle tue storie, Max. Sono storie che raccontano il tuo passato, hai mai pensato di scrivere qualcosa che sia ambientato nella nostra quotidianità?
Ma in realtà racconto già delle storie del presente. In “Bachelite” ci sono già diversi racconti su orizzonti più a breve termine: la storia della Golf è una storia degli anni Novanta, la storia di De Fonseca è una storia degli anni Duemila, Lungimiranza è una storia dell’oggi, riferita al passato rispetto al presente, c’è un gioco di rimandi...

E’ proprio a questo gioco di rimandi che mi riferivo, si sente nella vostra musica questa sottile nostalgia, malinconia che un po’ si rifà al passato...
Beh si, non siamo un gruppo esattamente solare, anche se credo che molta parte dei testi hanno un portato ironico alle volta più presente, alle volte meno, insomma la storia di Mio padre certamente non ha molta ironia, c’è un po’ più di sofferenza. Ma dipende da storia per storia, caso per caso. Non è una cosa fatta apposta, viene come viene, certo se non avessi più nulla da esprimere è ovvio che non avrebbe più senso che un gruppo continui in questo modo ma al momento due minchiate da parte ce le ho già e vediamo un po’...vivo di rendita (ride)

Com’è nata l’idea del Prototipo EP e di riarrangiare i vostri pezzi usando solo tastiere Casio?
E’ nato prima l’uovo o la gallina? E’ nato prima il tour! Nel senso che noi quest’estate abbiamo fatto un concerto a Modena tirato un po’ su cosi, per caso. Li abbiamo riarrangiati con tastiere Casio per gioco, per un episodio, un concerto particolare che si teneva, e dove c’è stato chiesto di non fare il solito concerto degli Offlaga Disco Pax. Siccome era un po’ che parlavamo del fatto che sarebbe stato bello rivedere i brani fatti solo con tastiere, l’abbiamo fatto davvero. Un po’ tirato su in fretta, però la cosa è venuta bene ed era molto divertente. Poi dopo chi ci cura i concerti ci ha proposto di poterne fare cosa un po’ più organizzata e fare magari varie date in questo modo, visto com’era venuta quell’esperienza lì. Noi siamo partiti entusiasti fin da subito e, successivamente, ci è venuta anche l’idea che sarebbe stato bello per chi veniva a vedere dei concerti in cui vedeva gli Offlaga in un modo in cui magari dopo non li rivedeva più (anche se poi le tastiere Casio le abbiamo sempre usate ma abbiamo un palco molto più vario di quello di stasera che invece è monocratico), portarsi a casa questi suoni in un supporto, che potesse avere un ricordo del concerto. Ci siamo riregistrati in casa i pezzi, abbiamo fatto stampare le copertine (come sempre le grafiche le fa Enrico), io mi sono messo con la timbratrice a fare tutti i numerini sulle copie...500 copie numerate! E’ una cosa curata proprio da noi fin nel minimo dettaglio, siamo andati fino a Lodi, alla fabbrichetta a prenderci i cd stampati, li abbiamo tutti confezionati con le nostre manine e siamo molto orgogliosi. Come sempre, la cooperativa ha funzionato e il collettivo ha prodotto questa cosa con grande divertimento e passione e con un risultato di pubblico pazzesco, per cui ogni sera c’è gente fuori che non riesce ad entrare e non ce lo aspettavamo sinceramente. In realtà, nella nascita di questo progetto, l’aspetto del divertimento era preponderante e quello poi del risultato finale, di questi concerti pieni di gente, non era previsto. Anzi, magari pensavamo di andare a suonare in quei posti dove facciamo fatica a suonare con la nostra strumentazione classica che magari è un po’ complicata, l’impianto non è adeguato e questa è una cosa più semplice. Poi in realtà riempiamo tutti i posti dove andiamo, per cui una cosa che è nata come una cosa piccola, divertente, ci ha preso un po’ la mano.

Sei emiliano, non canti. A fine concerto è partito un pezzo dei CCCP. Quanto c’è di Giovanni Lindo Ferretti nel tuo modo di esprimerti?
Intanto non l’abbiamo messa noi la canzone (ride)...canzone peraltro bellissima! Io ero adolescente quando è uscito “Affinità e divergenze”, avevo 18 anni credo. Sono di Reggio Emilia e per un reggiano con quel retaggio ideologico fortissimo, in quell’adolescenza socialista...nel senso di socialista sovietica, non craxiana! in quell’esperienza, quell’immaginario...un gruppo come i CCCP erano un tir che ti arrivava in faccia! Erano una cosa enorme, gigantesca, esorbitante! Come sempre molto più apprezzati fuori dal territorio, che non nel territorio stesso. Un gruppo clamoroso! I CCCP sono stati un gruppo che ho molto amato, che ho molto ascoltato. Quindi è possibile che abbiano lasciato qualcosa dentro di me nella scrittura. Io pero’ sono molto attento, nella scrittura dei testi, ad essere il più personale possibile, e cercare di scimmiottare meno possibile, è una cosa a cui tengo tantissimo. Per cui, se c’è qualche riferimento, è più legato al retroterra e a quello che mi è rimasto nel DNA di quegli ascolti adolescenti, ascolti che faccio ancora ...perché i CCCP sono stati un gruppo gigantesco!

Devi qualcosa a Emidio Clementi dei Massimo Volume?
I Massimo Volume sono un’altra storia, sono un gruppo in cui l’aspetto del carisma del loro fine dicitore è molto importante, e in cui gli aspetti ironici e autoironici sono molto sfumati, per non dire inesistenti. Quindi se dovessi dire chi dei due mi ha più influenzato, ma per il fatto che li ho ascoltati molto di più, direi Lindo Ferretti. Quel Lindo Ferretti! Cosa è rimasto  in quello che scrivo oggi e in come sto sul palco oggi, secondo me... è molto poco. Cioè, credo e voglio sperare che gli Offlaga facciano la loro cosa, siamo figli del nostro tempo, chi c’è stato prima di noi avrà portato a noi delle cose, e noi ne portiamo delle altre. Certo, venire accostati ai CCCP e ai Massimo Volume vuol dire essere accostati a qualcosa di grande, io non so se noi siamo qualcosa di grande, probabilmente siamo un’altra roba, nel bene e nel male. Preferisco essere accostato ai Massimo Volume e ai CCCP piuttosto che a Gigi D’Alessio ecco...anche se vorrei sentirmi accostato a una cosa nostra, siamo molto personali.

Prima o poi scriverai un libro?
Si, si! Lo voglio scrivere ma sono di una tale lentezza e di una pigrizia! Io non sono uno scrittore. Uno scrittore è uno che ama scrivere e lo fa continuamente, io amo scrivere, ma non scrivo mai, mettere insieme due pagine per me già è una fatica, figuriamoci metterne insieme 200 o 300 di un romanzo. Mi piacerebbe, ho anche un’idea in testa...non lo so...sarà meglio che scriva i testi del prossimo disco...qualcuno in realtà l’ho già scritto.

Ma fai ancora l’agente immobiliare?
Ehssi, secondo te come magno?? (ride)

La strage di Brescia è senza colpevoli. Nel processo per la strage dei Georgofili a Firenze lo stato non si è costituito parte civile. Siamo ancora lontani dalle verità, secondo te è colpa di una società civile lasciva, che cerca ossessivamente i colpevoli di piccoli omicidi di paese come quello di Avetrana, e lascia da parte la vera storia del paese?
Le stragi sono senza colpevoli ma secondo me lo sappiamo politicamente e storicamente chi cacchio ha messo quelle bombe! Io posso capire che un ragazzo di vent’anni di oggi non abbia la più pallida idea di cosa sia stata la strage di piazza della Loggia, non abbia idea di cosa sia stata la strategia della tensione e non possa neanche immaginare che servizi segreti deviati sfruttando schegge impazzite della destra neofascista abbiano potuto fare queste schifezze...lo capisco...a scuola arrivi si e no alla Seconda Guerra Punica...è ovvio che non ci sia una coscienza popolare su questi temi. Pero’ qua c’è una tendenza all’autoassoluzione molto inquietante. A veder certa gente che scrive libri e che pontifica, con tutto quello che ha sullo stomaco e su quello che ha combinato, provo molta tristezza.

E’ stanco Max e lo lascio andare. Spengo il registratore e lui, come preso da un forte impulso non smette di parlare...mi racconta di quando una nota fiction di Mediaset ha rubato l’idea di “DeFonseca”, citandola in un’episodio (http://www.youtube.com/watch?v=R0yKA-HqXEQ) e che lui non se l’è per nulla presa, anzi che l’ha visto quasi come una citazione...o di quando un giornalista di Libero, dopo l’uscita di “Bachelite”, è riuscito a dedicare un intero paginone agli Offlaga Disco Pax, spacciandoli per un gruppo di forte critica all’idea socialista...come Max stesso ha detto a questo illustre giornalista...sei su SCHERZI A PARTE!

Si ringrazia Freak Out ed Art Beat.

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