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Non Voglio Che Clara a Fabbricaria. Il report

Leggi la recensione dei Non Voglio Che Clara a Fabbricaria,in concerto lo scorso 8 gennaio nel club di Aversa. Live report di Domenico Vastante, foto di Lucio Carbonelli.

Gruppo tra le sorprese dell’ anno 2010 appena terminato, i Non Voglio Che Clara arrivano alla Repubblica Indiependente di Fabbricaria durante il tour che li sta portando a suonare nell’ intera penisola.

Anche la Campania non poteva mancare all’ avvento dei giovani bellunesi; i repubblicani del Fabbricaria hanno pensato bene di farli sostare per una notte ad Aversa in una delle tre date campane (le altre si sono tenute al Morgana di Benevento ed al Bar Rifrullo di Eboli). Bella cornice di pubblico ha riempito i locali del piano interrato del Palazzone di via Seggio 148 che da alcuni mesi ha iniziato questa programmazione no stop che sta riscuotendo un enorme successo.

Scesi dal verde e freddo Veneto per presentare l’ ultimo album, “Dei Cani”, uscito il 12 ottobre per la Sleeping Star, Fabio&co hanno colpito in pieno il pubblico per il loro convincente stile e per un sound che ammalia. Già il nome è tutto dire: i ragazzi non ne hanno scelto uno a caso ma si sono spinti verso l’ eccellente Daniel Pennac, infatti “Non voglio che Clara si sposi” è un verso presente ne “La prosivendola”. A fine concerto loro mi dicono che non è questa la provenienza, in quanto significa “voglio Clara e nessun’ altra”, ma penso che un riferimento al buon Pennac non sia poi tanto male. La bravura c’è e si vede, infatti anche Giulio Ragno Favero, attuale componente del Teatro degli Orrori e degli One Dimensional Man, se n’ è accorto e ne ha prodotto il loro lavoro.

Non Voglio Che Clara :: Fotogallery del 8 gennaio Non Voglio Che Clara :: Fotogallery del 8 gennaio Non Voglio Che Clara :: Fotogallery del 8 gennaio Non Voglio Che Clara :: Fotogallery del 8 gennaio

L’ amore è il tema incontrastato in “Dei Cani” e le prime due songs “Il tuo carattere e il mio” e “La mareggiata del ‘66” né danno subito un’ idea. Si spazia anche negli altri due album, l’ omonimo “Non voglio che Clara” del 2006 e “Hotel Tivoli” del 2004, da cui vengono riproposte “Le Paure” ed il mitico riferimento a “Cary Grant”. Le pulsazioni del cuore raggiungono cime infinite e l’ inseparabilità dalla propria amata inneggiata in “Le guerre” non può fare altro che farle decollare verso quote ancor più impensabili. La differenza rispetto ai lavori precedenti si nota abbastanza con un sound più maturo che riesce a dare un senso positivo alle emozioni che la band tenta di diffondere. “Tu, la ragazza l’ ami?”, presente in una compilation di Rock It, è una delle hits di maggior successo ed infatti il pubblico approva. Dall’amore dei primi dieci pezzi si passa all’ atmosfera cupa dei temi trattati nelle ultime quattro canzoni. La riprova si ha dalla triste “Gli anni dell’ università” con appendice alla “Help Me!” degli Redworm’s Farm, ma soprattutto da “L’ estate” che tratta la vergognosa consuetudine di abbandonare i cani nel periodo estivo, argomento che da il titolo all’ album.

L’ indice di gradimento sale con il “Dramma della gelosia” e trova il suo epilogo nella continua non risposta de “La stagione buona”. Dopo un’ ora ed un quarto i ragazzi scendono dal palco, il pubblico è in delirio per un live noir che ha colto nel segno.       

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