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Abroad: rock dal mondo
Le voci per la libertà di Amnesty International
Diritti umani e musica.
Voci per la libertà e Amnesty International dal Delta del Po per il Delta del Niger.
di Luisa Ferrara
foto di Gianluca Paganelli (fonte sito ufficiale manifestazione)
A cosa serve una canzone quando le aziende, in nome di ciechi profitti, inquinano e calpestano i diritti di interi popoli nei loro territori? A cosa serve una canzone quando governi e cittadini sono indifferenti alla sorte di centinaia e centinaia di migranti? A cosa serve una canzone quando la gente ha paura di ciò che è diverso da sé, di ciò che non conosce, di ciò che non può capire? A cosa serve una canzone, se non si è ancora completamente in grado, in Occidente come nel resto del mondo, di riconoscere e rispettare la parità della donna e i suoi diritti? Serve a sperare, a scuotere le coscienze, a far riflettere, a unire, a desiderare di cambiare, o almeno provarci. La musica ha un ruolo importante, e su tutte le forme di cultura, talvolta, è quella più immediata e diretta, e quella che impressiona e segna più a lungo un’emozione, un pensiero, un’idea.
Ecco che il “Premio Amnesty Italia”, creato nel 2003, diventa vitale, così come “Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty”, manifestazione nata nel 1998 in occasione del cinquantenario della Dichiarazione Universale dei diritti umani, cerca da 15 anni di diffondere i principi di Amnesty attraverso la musica.
Dal 19 al 22 luglio il Delta de Po' ha accolto con entusiasmo la XV edizione del Festival nella cornice di Rosolina Mare, in provincia di Rovigo, nuova location per i concerti dopo che per anni l’Associazione Voci per la Libertà aveva trovato ospitalità a Villadose. E nonostante il passeggero maltempo, l’accoglienza di Rosolina è stata impeccabile, e sia i contest che i live si sono svolti nel migliore dei modi possibili. Nove le band in concorso selezionate durante tutto l’anno e da tutta Italia, per i loro brani originali e impegnati a favore del rispetto dei diritti umani: Anima Caribe, Soci alla pari, Una, Portugnol Connection, Citizen Kane, Roberto Scippa, Chopas and The Doctor, Laika Vendetta, Novadeaf. E tra i gli ospiti la giovane cantautrice Carlotta, gli eclettici Quintorigo, gli Gnu Quartet e Niccolò Fabi in un riuscitissimo connubio di intenti e suoni. Sentire Niccolò improvvisare con il quartetto degli Gnu le sue canzoni in acustica è stato davvero emozionante. Sono quei rari casi in cui il maltempo più un che danno sembra abbia voluto farci un regalo insolito, darci una sfumatura delle cose diversa, nascosta, teporosa, quasi amicale.
E’ Fiorella Mannoia insieme a Frankie Hi-Nrg a vincere e ritirare il Premio Amnesty 2012, consegnato nella serata finale dalla Presidente di Amnesty International Italia, Christine Weise, per la canzone “Non è un film”, brano che è riuscito a evocare con forza l’immagine di una società che sfrutta i migranti per poi rifiutarli, isolarli, tenerli a “distanza di sicurezza”. Fiorella e Frankie hanno saputo spiegare il loro impegno con veemenza sin dalla conferenza stampa pomeridiana, raccontando la genesi del pezzo e il loro sguardo al Sud del mondo. “Scegli da che parte stare/dalla parte di chi spinge/scegli da che parte stare/dalla parte del mare”, è solo il ritornello, ma fa capire bene il senso del messaggio: l’indifferenza è il male peggiore, e d’indifferenza ne siam ghiotti, come ammalati. E’ dall’indifferenza che l’uomo moderno deve liberarsi, smettendola di credersi migliore perché “occidentale” e pertanto “d’elite”.
A vincere il Premio Amnesty Italia Emergenti sono i Novadeaf con una canzone che affronta il tema dell’omosessualità, “Man on fire”, per ricordare la tragica protesta di Alfredo Ormando, che si diede alla fiamme dinanzi al Vaticano. Il Premio della Critica, deciso anch’esso da una giuria di esperti del settore, è andato ai Chopas and The Doctor per il brano “Cammina mio ciuchino” sul diritto all’acqua, bene primario che in alcune parti del mondo è ancora per pochi. Infine, gli Anima Caribe hanno vinto il Premio Giuria Popolare per il pezzo “Uomo contro uomo”, una critica alla nostra società vittima della politica e dei mass media. Apprezzate dal pubblico e dalla giuria anche le altre due band in gara nella finale, Soci alla Pari e Portugnol Connection, che verranno inserite nel cd di questa edizione con i loro brani in gara, rispettivamente “Ostacoli da abbattere” e “Nada es como parece”.
Durante le varie serate gli attivisti di Amnesty hanno invitato le persone a firmare un appello intitolato “Strappa un impegno a Eni” per sensibilizzare gli amministratori dell’azienda a rispettare i territori del Delta del Niger da anni bistrattati e inquinati per lo sfruttamento di giacimenti di petrolio senza alcuna minima attenzione alla natura e alla popolazione del posto, senza alcuna regola. Come si può lasciare morire così un territorio, inquinando le acque e le terre, uccidendo indirettamente la gente che vive di agricoltura e pesca?
Questi e altri gli argomenti che Amnesty diffonde e affronta, con un impegno quotidiano, in una rete di individui internazionale e al contempo vicina, stretta attorno a un’ideale diverso di mondo. Attraverso la musica e con la musica, assieme a tutti quelli che ci credono ancora e che con unità ed entusiasmo, cercano di attirare l’attenzione su problematiche delicate e complesse.
http://www.vociperlaliberta.it/
http://www.amnesty.it/
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