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Le resistenze (non solo contro la pioggia) di Settembre al Borgo 2012

L’imprevedibilità è la chiave di lettura della 42’ edizione del Settembre al Borgo.

di Domenico Vastante

E non può essere altrimenti, dopo aver assistito alle tante sorprese, spostamenti, rinvii e dolorosi annullamenti che hanno caratterizzato la rinomata kermesse casertana che, da anni, cattura l’interesse dell’intellettualità campana nel piccolo ma spettacolare Borgo di Casertavecchia. Un’edizione, quella di quest’anno, che ha assaporato un altro piatto forte della cultura intesa a 360 gradi: la musica, unica protagonista di un programma concentrato in sette giorni da vivere tutto d’un fiato. Peccato che Poseidone (dio non solo del mare ma anche delle tempeste) si sia messo di traverso ed abbia più volte sconvolto gli orari di inizio di ogni esibizione, azionando il suo tridente malefico che ha scatenato pioggia, lampi e fulmini sul cucuzzolo della montagna casertana. Ebbene sì, le gocce di pioggia sono state una costante della prima settimana di settembre ma alla fine è stato il pubblico del festival ad aggiudicarsi le emozioni forti dei vari spettacoli con un comportamento abbastanza battagliero che non ha abdicato davanti a nessuna azione atmosferica. E noi di Campania Rock siamo stati sempre presenti, in barba al volere di Poseidone, e vi raccontiamo ora tutto, ma proprio di tutto della cronistoria di questo festival la cui parola chiave mai come ora è stata azzeccata: resistenze.

INCANTO: La Preview della manifestazione è toccata ad uno dei migliori artisti casertani in circolazione, Fausto Mesolella. Il componente storico degli Avion Travel ha dato avvia alle danze con uno spettacolo frizzante che ha entusiasmato gli spettatori del proprio concerto. Il chitarrista casertano ha presentato i nuovi brani dell’ultimo album, di recente uscita, “Suonerà fino a farti fiorire” ed ha rivisitato molti dei brani storici del suo repertorio. Un’apertura in grande stile che Fausto ha reso stupenda.

BINOMIO: Quando Alex Britti sale sul palco in veste di bluesman, ci si capacita immediatamente della grande bravura dell’artista romano che, nulla togliere al suo lato commerciale-economico, fa sognare i suoi fans con quel ritmo incessante ed una presenza da togliere il fiato. Se poi aggiungiamo che vicino a lui, era presente Stefano Di Battista, uno dei più grandi sassofonisti italiani, il gioco è fatto. La platea di Casertavecchia ha apprezzato con inaudita sorpresa il duetto magico dei due personaggi, chiamati all’ esibizione dello spettacolo “Mò motter blues”, avventura iniziata da un po’ e chiaramente ispirata ad uno storico del genere: St. Louis Blues. Con un incrocio di generi tra jazz, blues e funk, i due artisti hanno inscenato uno show strumentale d’alto livello che nessuna a Caserta si aspettava. Uniche deluse le dolci fanciulle che credevano di assistere al “solito” concerto di Alex Britti: un solo pezzo famoso è stato riadattato, 7000 caffè, poi si è ritornati nel vortice blues che ha trascinato il pubblico per novanta minuti di vera musica.

RICORDO: Logorroico è il giusto aggettivo per catalogare Samuele Bersani. Uno che di discorsi ne fa a bizzeffe e che rende il suo concerto, da lui definito “incontro con amici”, una scoperta continua di aneddoti che hanno costellato la sua carriera. Uno su tutti è il legame con il suo maestro, Lucio Dalla, la cui scomparsa ha creato un vuoto interiore assurdo nell’anima dell’artista. Questo spiega i tanti riferimenti fatti durante il concerto al suo grande ispiratore. Con un pensiero sempre a Lucio, Samuele Bersani ha spaziato nel suo largo repertorio cantando classici come Che Vita, Lo Scrutatore, Coccodrilli, Il Pescatore di Asterismi, Cattiva e tanti altri. Uno spettacolo che il pubblico casertano ha gradito in tutte le sue salse: indimenticabile la sua discesa in mezzo al pubblico per cantare Spaccacuore. Esibitosi a Casertavecchia in una delle date del tour del suo ultimo disco “Psyco”, uscito nel ventennale della sua vita artistica, egli ha ricevuto il Premio Triceronte, la massima onorificenza del Settembre al Borgo che si è meritato per la sua inesauribile fantasia ed per la esemplare capacità di far R(esistere) la poesia nel tempo, tra musica e parole, impegno e creatività.

LACRIME: Il momento più atteso da noi di Campania Rock era la teatralità satirica di Elio e Le Storie Tese. Purtroppo, solo in questo caso, la potenza atmosferica del dio Poseidone ha avuto la meglio ed ha obbligato la direzione artistica ad annullare il concerto per pioggia. Il Teatro della Torre, struttura che ha ospitato tutti i concerti, non è coperto; il pericolo che la salute degli spettatori come quella degli strumenti potesse essere defraudata dalla condizione meteorologica avversa non ha consentito l’avvio del concerto. Una scelta dolorosa per quanti aspettavano ascoltare le canzoni irresistibili del grande gruppo che ha promesso che programmerà una nuova data a Caserta nei prossimi mesi. Tra le polemiche e la delusione dei suoi fans sfegatati.

RIMPIANTI: Di spessore anche le serate di Ramin Bahrami, Nina Zilli, Sergio Cammariere e l’Orchestra di Piazza Vittorio. Spettacoli che si sono assicurati il sold-out, che noi non abbiamo potuto assistere per motivi logistici ma che abbiamo apprezzato con il cuore.

CALORE: Il gran finale della 42’ edizione del Settembre al Borgo è stata una roba per cuori forti. Sentimentalismi a parte, la chiusura della kermesse ha visto intrattenersi uno che di vino ne beve qualche volta da solo, tante volte in compagnia. Non può essere che lui, Alessandro Mannarino, il valore aggiunto del programma casertano. Un cantastorie della vita sana e quotidiana che da troppo tempo era stata messa in archivio. Che Mannarino goda di una grande fama ce ne accorgiamo quando notiamo gente da tutto il Sud, giunto nel Borgo di Casertavecchia solo per godersi un suo delirante appuntamento. Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna: sono queste le regioni da cui si sono spinti tanti ammiratori del romanaccio che il Settembre al Borgo ha voluto tanto e non lo ha lasciato scappare quando il suo concerto del 4 settembre era stato annullato. Un annullamento che fortunatamente si è tramutato in un rinvio di soli cinque giorni. Proprio come nelle migliori favole per bambini, dulcis in fundo è arrivato lo spettacolo del cantautore metropolitano che ha esaltato l’umore della platea in due ore di grande allegria. Me so’ ‘mbriacato, Le cose perdute, Statte zitta, Elisir d’Amore sono le chicche dei suoi due album “Bar della Rabbia” e “Supersantos” che la gente conosceva a memoria ed ha reso il Teatro della Torre un catino folkloristico di gran livello. Mannarino ha colpito nel segno ed ha chiuso in bellezza un signor festival, il Settembre al Borgo, che bisogna tutelare con tutte le forze possibili. O per meglio dire Resistenze.

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