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Abroad: rock dal mondo
Il principe della risata manca a tutti. Grazie Benni e Mesolella
di Domenico Vastante
foto di Davide Visca
Recensione dello spettacolo "Ci manca Totò" di Stefano Benni e Fausto Mesolella al Teatro del popolo Trianon Viviani di Napoli del 10 novembre 2012.
Non è semplice recensire lo spettacolo musicale di due artisti che hanno unito le loro differenti culture per ricordare in chiave ironica-nostalgica la figura di un certo Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio De Curtis Gagliardi. Parecchie persone storceranno il naso nel leggere questo strano miscuglio di nomina latini, ma chi si cela dietro questa lunga presentazione, che sembra più consona all’ambiente calcistico di chiara origine brasiliana, non è altro che colui che ha fatto ridere intere generazioni di italiani, napoletane e non, e che giustamente fu insignito da un appellativo quanto mai meritato: “il principe della risata”. Ebbene sì, quello riportato in precedenza è il lungo nome di Totò, l’attore comico per antonomasia della commedia napoletana che rivive nei testi e nelle melodie dello scrittore Stefano Benni e del chitarrista Fausto Mesolella. Un duetto nato tra intellettuali di spicco dell’epoca moderna che si sono uniti per fondere letteratura e musica in onore dell' ultima delle grandi maschere della commedia dell'arte (cit. Nino Manfredi del 15 aprile 1967), sviluppando l’idea di una collaborazione sognata da tanto tempo ma ideata finalmente per questa serie di spettacoli che stanno intrattenendo numerosi teatri e palcoscenici della penisola italiana.
ìE proprio nella città di Napoli non poteva mancare quell’effetto a sorpresa che Totò amava introdurre nelle sue opere o nei suoi film. Lo spettacolo era previsto per il 14 settembre nella stupenda cornice del cortile del Maschio Angioino, ma l’attore comico si è voluto prendere ancora una volta beffe del pubblico presente, agitando il tridente del dio Poseidone per far cadere un mirato numero di gocce di pioggia in un periodo completamente estivo e soprattutto in una città che le tempeste le vede raramente in tale momento. Lo sghiribizzo riesce perfettamente e lo staff organizzativo è costretto a rinviare la serata al 10 novembre, in una location nuova: lo storico Teatro del popolo Trianon Viviani di Forcella.
Totò si fa una grande risata e si gode in mezzo al pubblico lo spettacolo che esordisce con la rivisitazione svolta da Fausto Mesolella della emozionante Cosa sono le nuvole, testo scritto da Pier Paolo Pasolini (prendendo spunto da William Shakespeare) e musicato da Domenico Modugno. Sale sul palco, subito dopo, anche Stefano Benni che con la sua voce narrante legge due testi musicalmente impegnati, passando da Tango Perpendicular a Filosofical Reggae, sempre sotto l’accompagnamento di un soffice Fausto Mesolella che si ritrova solista per eseguire ‘Na Stella, canzone scritta da lui per l’album “Altre Latitudini” di GianMaria Testa. Rientra in scena Stefano Benni divulgando un pezzo dedicato a Vincent Van Gogh ed un brano con il quale i due artisti confermano la loro battaglia contro il razzismo, anzi come definito da Stefano “contro tutti i trogloditi razzisti che esistono al mondo”. Una parola del dialetto camerunense, Ghemmà, riferita da un amico africano comune dei due il quale, come raccontato, ogni volta che è alle prese con qualche insulto risponde: “Sono un uomo come tutti e non lo dimenticherò mai”.
La chitarra del grande Fausto regala agli spettatori una splendida ‘O Sole Mio, presente all’interno del suo lavoro solista di recente uscita “Suonerò fino a farti fiorire”. Stefano ascolta catturato da tale leggiadria ed a fine performance chiede ironicamente “Ma lei è la prima volta che suona la chitarra?” al compositore che risponde “E’ sempre la prima volta”. Dopo aver interpretato I Gatti e Ce l’Hai Un’Idea con una bella stoccata ad Emanuele Filiberto, i due artisti propongono il brano che da nome all’intero spettacolo Ci Manca Totò, una canzone che dice tutto, che fa capire quanto entrambi sentano una grande nostalgia dell’attore napoletano e che si racchiude nel ritornello finale: “Ci manca uno serio per ridere un po’, ci manca Totò”. Il sipario si chiude così, ma il pubblico entusiasmato da tale performance chiama di nuovo il magico duo Benni&Mesolella sul palco.
La bella coppia prende la palla al balzo ed inscena gli ultimi due brani. Prima la simpatica Le Piccole Cose che Amo di Te (pezzo che racconta come cambia il rapporto coniugale con il passare degli anni) e poi la gloriosa Malafemmena. Stefano Benni l'ha cominciata a cantare accompagnato dalla chitarra di Fausto Mesolella; poi ha lasciato che ad intonarla fossero Mesolella e il pubblico dello storico teatro Trianon di Forcella, nel cuore di Napoli. E alla fine il pubblico è rimasto da solo a dare emozioni alla struggente composizione di Totò, con Benni che allungando il microfono scherzava: '”Come i Coldplay!” od “Anzi, scusate, mica è Umberto Tozzi”. Questa è la degna conclusione di codesto affresco di sana ironia che avrà di sicuro divertito Totò, nonostante ad interpretarlo ci fosse uno, Stefano Benni, che di sudista ha ben poco ma che del Sud di Mesolella è completamente innamorato.
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