Li abbiamo apprezzati qualche giorno fa al Rockalvi. Nonostante l'uscita imminente del nuovo album, erano lì sul palco a sostenere la nobile causa (il Rockalvi è un festival di beneficenza che da anni Peppe Guarino organizza a Calvizzano). Un mini live apprezzato da tutti, che ha dimostrato la loro evoluzione stilistica, passando da un sound 8-bit/elettronico ad una indietronica (indie + elettronica) che dimostra al meglio le loro potenzialità melodiche.

Il prossimo 16 ottobre uscirà il secondo album degli Atari, a tre anni di distanza dall'esordio "Sexy Games For Happy People". Il titolo è alquanto suggestivo: "Can eating hot stars make me sick" e non da meno la copertina, con la volta celeste adagiata sopra un vulcano di nostra conoscenza.

L'album, pubblicato dall'etichetta campana Suonivisioni (con distribuzione Audioglobe), pur mantenendo le suggestioni elettroniche dell'esordio, evidenzia una maggiore situazione emotiva, come già anticipato dal singolo "If my brain was a program" (presto accompagnato da un videoclip).

Il lavoro sarà presentato il prossimo 8 ottobre con un concerto al Lanificio 25 di Napoli.

Queste le prossime date:

Martedì 31 Ottobre 2011@Catania - Vomitaizer @ Barbara Disco

Giovedì 3 Novembre 2011@Porto Viro (RO) - Sinè

Sabato 5 Novembre 2011@Potenza Picena (MC) - Groove

Venerdì 11 Novembre 2011@Cosenza - Always Never Again

Sabato 12 Novembre 2011@Catanzaro (MC) - Cuborock

Venerdì 24 Novembre 2011@Nocera Inferiore (SA) - Tribù

Venerdì 2 Dicembre 2011@Brescia - Lio Bar

Sabato 3 Dicembre 2011@Torino - Blah Blah

Sabato 10 Dicembre 2011@Cusano Milanino (MI) - Agorà

Giovedì 29 Dicembre 2011@Way Out - Battipaglia (SA)

Venerdì 30 Dicembre 2011@Frosinone - Cantina Mediterraneo

Questa invece la descrizione della copertina da parte della band:

“...stelle che a ben guardare sono pianeti, un cielo che mette un po’ paura perché profondo come lo spazio, un vulcano silenzioso, quello che dorme sul golfo di Napoli. Questa veduta, irreale e intima, è un panorama ed anche una panoramica, che funge, come raramente ormai accade, da vero e proprio sommario.”