Lugubri semi rock con il Bad Seeds Mick Harvey

Alla fine il giro di Nick Cave è passato da queste parti. Prima sua tenebrosità qualche Neapolis fa, poi Hugo Race e Lydia Lunch, adesso Mick Harvey. Connessioni spazio-temporali tra l'Australia, la decadenza dei Bad Seeds (dei quali è tra i fondatori) ed il centro storico di Napoli, che di lunedì somiglia ad un film di Wenders.

Il prossimo 17 ottobre Mick Harvey sarà alla Galleria 19 di Napoli (che quest'anno si candida a diventare tra i punti di riferimento principali della scena live, dopo la momentanea chiusura della Sala 3 del Duel Beat, su cui ci torneremo).

Questo il comunicato stampa:

Galleria 19, in collaborazione con Wakeupandream, lunedì 17 ottobre alle 21.30 presenta Mick Harvey live, sul palco del club di via San Sebastiano 19 [ex Rising South]. www.mickharvey.com


Da Nick Cave al centro storico di Napoli: una serata “sul divano” con Mick Harvey

tra colonne sonore di Wenders, epopea Bad Seeds, segreti di PJ Harvey e folk-rock


Autore, produttore, compositore, arrangiatore, polistrumentista made in Australia, Mick Harvey ha attraversato 30 anni di storia di rock “altro” senza cedimenti, sbandate o cadute di stile. Ha frequentato, coadiuvato, assistito (e continua a frequentare, coadiuvare, assistere) personaggi-totem come Nick Cave, Anita Lane, Barry Adamson, Hugo Race, PJ Harvey (alla quale, per la registrazione e il tour tuttora in corso del disco “Let England Shake”, ha prestato/sta prestando il suo poliedrico talento suonando basso, chitarra, piano, armonica, batteria e voce), Rowland S. Howard (r. i. p.), Lydia Lunch, Epic Soundtracks (r. i. p.) e altri ancora.

Nei primi anni ‘80 con i Birthday Party ha immerso il blues nelle acque tempestose del punk, e pochi anni dopo lo ha avvolto in un alone decadente in quei Crime & The City Solution poi scritturati da Wim Wenders per le colonne sonore di “Il cielo sopra Berlino” e “Fino alla fine del mondo”. Verso metà anni ‘80, sempre con il compare Cave, ha fondato i Bad Seeds, una band che non ha certo bisogno di presentazioni tanto riconoscibile e seminale è la sua miscela di blues, folk, rock, rumori e virus brechtiani. Ne è uscito solo nel 2008, avendo forse sentito insinuarsi una crepa nell’ispirazione e riscontrato un indebolimento del suo ruolo nel processo creativo della band.

Nella straripante carriera artistica di Mick Harvey vanno poi citate le sue esperienze soliste, come autore di premiate colonne sonore (“Alta Marea & Waterland” del 1993 e “Australian Rules” del 2003), come interprete (e traduttore) di gemme più o meno note del grande Serge Gainsbourg (“Intoxicated Man” del 1995 e “Pink Elephants” del 1997), e come titolare di preziosi dischi: “One Man’s Treasure” del 2005, “Two of Diamonds” del 2007, un pugno di brani degli autori da lui amati (ancora Cave, Tim Buckley, Lee Hazelwood, PJ Harvey, Nina Simone, Bill Withers, Johnny Cash) cui si affiancava solo qualche brano scritto di sua mano, e il recente e unanimemente acclamato “Sketches from the Book of the Dead”, in cui invece ci sono tutte canzoni farina del suo sacco.

Nel concerto napoletano, il musicista proporrà una sintesi di questo ricchissimo repertorio accompagnato da un altro storico componente del collettivo Bad Seeds, il batterista Thomas Wydler. Insieme, per un concerto che unirà ballate tenebrose, sfuriate dark-bues e folk-rock venato di soul, caldo e polveroso, notturno e intossicato, romantico e dall’alto tasso alcolico. Il prossimo live in calendario alla Galleria 19 – sabato 22 – è con il cantautore Niccolò Agliardi.

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