Da una costola degli E'Zezi ecco il Gruppo Operaio. Sabato 9 ottobre al meeting dell'ambiente di Acerra
Quando la festa è protesta
Sud:l’eterna emergenza Napoli è così, chi non la conosce non può capire quanto sa sorprenderti. E’ difficile raccontarla senza luoghi comuni, ma noi campani sappiamo che le giornate nere passano, sappiamo quando chinare la testa e quando alzarla, forse perché sopra di noi c’è sempre stato un vulcano.
Tutto è musica da queste parti, anche in questi tempi neri di precarietà, con le fabbriche, quelle poche che abbiamo, in mobilitazione e una classe operaia molto lontana ormai dal paradiso. E se l’articolo uno è ormai solo una frase che pochi recitano senza retorica, della nostra bellissima e calpestata Costituzione, c’è chi ce lo ricorda da anni, scendendo in prima linea, mettendoci la faccia, le mani, la voce e le tammorre.
Il gruppo Operaio A dire basta, a dire no, con tutta la rabbia e l’arteteca, quella che non ti fa stare fermo, che ti fa dire no all’indifferenza. Questo è il gruppo operaio, formazione di musicisti-lavoratori nata nel 2008 da una costola di ‘E Zezi, (tutti i componenti voci, tammorre, chitarra, fiati, fisarmonica, basso, facevano parte dello storico gruppo, in particolare Matteo D'Onofrio, voce, e Sebastiano Ciccarelli Miciariello, voce e tammorra) all’interno del tessuto sociale che ruota intorno alla Fiat di Pomigliano d’Arco. Musica della tradizione e nuovo sound meridionale, mescolati insieme per far sentire il dolore di una terra, quella vesuviana, e di una gente, gli operai, che da anni costituiscono al linfa di un territorio la cui economia ruota tutta intorno agli stabilimenti industriali di Pomigliano d’Arco.
Hanno visto molte crisi e molti amministratori delegati passare, ma ora le cose sono diverse: la recessione è uno spettro tutt’altro che trasparente giù al Sud, c’è la cassa integrazione che ti fa lavorare poco e ti fa sentire inutile e le lotte, si, quelle che prima univano e che ora sembrano vane, se un referendum ti costringe(non avendo alternative) a dire si al Padrone, per poter continuare a lavorare e a vivere. Se ti fa spezzare la catena della solidarietà di una classe per un ricatto e la costante manipolazione di media e politica, sempre più reticenti di fronte alla verità.
E di questa verità ci parla il Gruppo operaio nella sua musica, che vuol scuotere le coscienze contro quei poteri forti che controllano non solo la nostra economia ma anche le nostre vite. Informarsi per continuare anche a perdere ma non senza aver lottato. Nell’ignavia quotidiana in cui pare gli italiani siano da tempo sprofondati, non è poco.
E allora ascoltiamole queste tammorrre e magari approfittiamone per leggere un po’ di storia di un territorio e di una generazione abbandonata. Sabato 9 Ottobre il Gruppo operaio sarà a Piazza Castello ad Acerra(Na), al felstival ambiente organizzato da Sinistra e libertà. Tanti palchi per tante lotte, troppe catene da spezzare in tempi di deroghe ai più basilari diritti dei lavoratori, fatti in nome di una crisi che soprattutto gli operai meridionali vivono. Tammurriate che seguono sogni e rimpianti, rancori e speranze, di chi di lavoro vive e, ahinoi, muore.
Maria D’Arco
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