Questa sarà la terza estate senza il Neapolis Festival. Manca a qualcuno? Direi a tutti. L'assenza del più grande (ex) festival del Centro Sud (superato ormai in importanza da eventi quali l'Ypsigrock a Palermo e il Siren Fest a Vasto) copre come una nuvola nera l'estate dei concerti campani, in particolare quelli partenopei. Una miriade di festival medio-grandi, dignitosi o meno, che ce la mettono tutta per diventare un punto di riferimento ma in ogni caso non riescono.  

La cultura musicale napoletana è disgregata in tante piccole scuole di pensiero, tante squadre che giocano però in campionati diversi: come se al San Paolo non giocasse più il Napoli ma diversi team ognuno con cento spettatori, i propri ultrà, i propri supporter. Insomma, viva il mio orticello. Si proverà a fare un punto per esempio al Cellar Festival in programma all'Ippodromo di Agnano, con "talk" tra giornalisti, addetti del settore, musicisti e pubblico che discuteranno proprio dell'attuale situazione. Poi? Il vuoto, sospeso tra la pur interessante e variegata rassegna all'Arena Flegrea(Massive Attack, Robert Plant) che però, appunto, resta una rassegna e i piccoli festival di qualità (Mas Fest, Disorder, Farcisentire, La Cabina 56). Dove sono le lunghe giornate alla Mostra D'Oltremare o all'ex Italsider, sotto un sole cocente ad aspettare i Cure con maglietta nera d'ordinanza,  ad assistere pietrificati al live di Nick Cave all'Arena, saltare sul palco con Iggy Pop e sperare di non tornare più giù, ascoltare per la prima volta gli Sparklehorse ed innamorarsene, piangere con Michael Stipe.

La colpa di chi è? Dell'amministrazione comunale? Dei privati che non sanno gestire? Del pubblico napoletano in buona parte pigro e che preferisce stravaccarsi in piazza con birra da 1 euro? Non lo sappiamo e non ci interessa. Ci piacerebbe avere un festival internazionale anche qui, sfruttando anche il turismo che oramai è in trend positivo da anni. Ci piacerebbe sì partire per Barcellona ed assistere al Primavera Sound, ma con il pensiero di tornare a Napoli e vederne uno simile o comunque che si avvicini ad esso, per qualità e scelta degli artisti. Non è che per vedere Mark Lanegan dobbiamo spendere un quarto di stipendio per arrivare in un paesino sperduto della provincia di Pordenone (con tutto il rispetto).

I Mogwai al Neapolis Festival