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Lui stava pregando e tu non l'avevi capito. Il doppio report di Ferretti alla Casa della Musica

Questione di qualità o pura formalità? Giovanni Lindo Ferretti come sempre fa discutere, ed il suo concerto (giovedì 22 marzo) alla Casa della Musica di Napoli ha s-mosso tre generazioni. Qui di seguito pubblichiamo due live report, uno positivo, l'altro forse un po' meno, del ritorno sulle scene dell'ex CCCP. Le foto sono di Alfredo Capuano, la galleria completa qui.

Ferretti, ancora a cuor contento

di A.Alfredo "Alph" Capuano

E’ sempre un problema parlare di Ferretti. E’ un problema perché è talmente difficile distinguere l’uomo dall’artista, due istanze apparentemente separate che, in questo caso ed in pochissimi altri, si fondono profondamente, che discernere le due facce risulta impossibile e controproducente. Se ne parla e se ne continuerà a parlare, in tutte le salse ed in tutti i contesti quando, in realtà, la soluzione all’enigma non è discuterne bensì, semplicemente, ascoltare. Ascoltare quello che riesce ancora ad esprimere Ferretti, quello che è ancora capace di afferrare dal profondo dell’animo della platea, sviscerata, svuotata, agguantata nel suo intimo. E ne è prova una Casa della Musica piena, nonostante il triste trend negativo di pubblico che sta purtroppo subendo la musica live a Napoli. Ne è prova le tre generazioni presenti in sala. Ne è prova anche la sensazione di benessere che fa rizzare i peli sulle braccia quando, intorno alle 22:30 del 22 marzo, Ferretti intona “No, non ora non qui, no, non ora non qui”, in piena “Depressione Caspica”, ammutolendo tutti. Dall’ascoltatore attento, al curioso e all’idiota che fino ad un secondo prima urlava “alzatevi in piedi, alzatevi in piedi!”, non soddisfatto della decisione dell’organizzazione (a dire il vero paradossalmente azzeccata) di riempire la sala di sedie. Qualche sorriso a Rossi e Bonicelli (componenti degli Ustmamò che accompagnano Ferretti per questo tour “A cuor contento”), mani in tasca, sguardo serioso da monaco dell’est-Europa e si continua con “A Tratti”. Tra l’indistinto brusio, i particolari in chiaro di “Amandoti” risalgono alla luce, inebriando l’aria di una potenza spaventosa interrotta, purtroppo, dai “nostalgici” tentativi di pogo, completamente fuori luogo, di chi a quanto pare cerca ancora il suo posto dietro la linea gotica, ignorando che questa non esiste più, o meglio esiste ancora ma sotto un’altra forma-sostanza. Il problema, viene da pensare, sia proprio questo. L’accettazione che qualcosa non vi sia più o che si sia trasformata in altro è dura da raggiungere. Sta all’intelligenza, alla capacità di analisi dell’individuo disfarsi di ciò che non è più per concentrarsi su quello che, invece, sta crescendo, mutato, ed è in essere davanti ai propri occhi, in quel preciso momento. “Tomorrow (Voulez vous un rendez vous)” in medley con “Mi ami” seguiti da uno dei capolavori della produzione artistica di Ferretti&Co., riadattata in chiave quasi dub: “And the radio plays”. Come un mantra Ferretti ripete strofe di “Ongii”, ed è preghiera il succhiare dalla bocca dei cuccioli d’uomo e d’animale. Ed è preghiera anche quella di Ferretti, ancora con le mani in tasca quasi che viene da pensare stesse sgranando un rosario, ed è preghiera collettiva quella delle anime in coro sedute immobili, assorte, in ascensione. “Cupe Vampe”, “Annarella” (immancabile più delle altre), “Del Mondo” in una versione molto più lunga del solito ed ancora più gradevole. “Povertà magnanima, malaventura, concedi compassione ai figli tuoi” e si apre la piccola parentesi di Co.Dex, l’album solista di Ferretti, di ormai 12 anni fa. “Neukolln”, “Cadevo”, “Polvere”, un salto nel passato con la strofa iniziale di “Morire” e poi di nuovo “Barbaro”, che riprenderà anche alla fine. Una breve pausa in cui buona parte del pubblico approfitta per alzarsi e spostarsi sottopalco e si ricomincia con “Irata”, cantata ad unica voce. “Tu menti”, una straziante e assolutamente fantastica “Radio Kabul” ed un gran finale composto in due battute da “M’importa ‘na sega” sulla quale base riprende, appunto, alcune strofe di “Barbaro” ed una spettacolare chiusura con “Per me lo so”.

Completamente inutili le considerazioni estetiche sulla performance, quando sul palco c’è qualcuno che fa questo mestiere da decenni. Più interessante, invece, è stata la reazione di alcuni presenti, tra i quali si percepiva ancora la lacerazione tra l’amore generato dall’impatto emotivo che anche il solo carisma che è tipico di Ferretti riesce a produrre e l’inutile forzatura nel cercare un appiglio per criticarlo, arrivando a parlare addirittura di “tradimento”. Però nella bella biografia di Giorgio Canali, storico chitarrista che ha accompagnato Ferretti per circa 20 anni, intitolata “Fatevi fottere, una biografia di Giorgio Canali” a cura di Samuele Zamuner ed Irene Zanelli ed edita da “L’introvabile Italica Edizioni”, c’è un passaggio esemplificativo che dovrebbe portare a riflettere, soprattutto chi ancora annusa l’aria in cerca di polemiche sterili. “Sei tu forse che l’hai sempre voluto vedere in un altro modo, perché nell’89, quando pogavi mentre cantava ‘Madre di Dio (l’unica volta in cui questa parola è scritta con lettera maiuscola, in tutto il libro, N.D.A.) e dei suoi figli’, lui stava pregando e tu non l’avevi capito”. Gli idoli si bruciano, i megafoni si inceppano. E va bene, anzi benissimo, così.

 

E' una questione di qualità...o è una formalità

di Giueppe Piscino

Giovanni Lindo Ferretti è tornato da un po’ di tempo tra i comuni mortali e da mesi sta facendo ciò in cui riesce meglio, cantare. Già fondatore dei CCCP, Csi, Pgr, ha cantato e scritto dischi favolosi, concerti indimenticabili, ha creato una factory che comprendeva altri gruppi altrettanto validi.

C’era chi lo dava per disperso, e chi è stato un suo fan (e son stati tantissimi) ha seguito, negli ultimi 5 anni, le sue vicissitudini politiche, che lo han tenuto, insieme a problemi familiari, lontano dalla musica. Eppure, dal punk filosovietico all’oltranzismo cattolico c’è un oceano di distanza. Chissà, forse lui, questo mare lo ha navigato davvero, ma il giorno in cui l’ho visto suonare su un palco, a fianco di Giuliano Ferrara in una manifestazione contro l’aborto, mi son detto che la vita è davvero varia!

E così alla casa della musica, la sera del 22 marzo c’era tanta gente, tante generazioni. C’è Ferretti che canta a cuor contento…mica pizza e fichi!! C’erano i giovani d’oggi, che ne avevano solo sentito parlare, c’era chi non era d’accordo con le sue scelte di vita e chi diceva “l’ho visto a Napoli e nella sua Reggio Emilia con i Csi”.

Evvabene diciamo pure, senza prosopopea, che, in illo tempore, ho visto i Cccp alla Scuola d'Arte della Villa Reale di Monza con Ferretti in divisa sovietica ed Annarella Giudici che sembrava una madonna rinascimentale…e nel 1998 c’ero anche io al Palapartenope con i Csi. Entrambi grandissimi concerti (a Napoli l’acustica, quella sera, era, se possibile, ancora peggiore delle altre volte), ma non voglio certo salire su un piedistallo (ho visto anche, dal vivo, Gigione o una storica Woodstock neomelodica vicino alla stazione di Casoria, tre anni fa), però quello di Ferretti, oggi, è un concerto monco.

Fa piacere vederlo di nuovo sul palco, fa meno piacere ascoltare le nuove versioni di pietre miliari come, Mi ami, And the radio plays, Morire cantate e suonate senza mordente.

Evvabene, sul palco, in quel tempo c’era gente che aveva classe, da Maroccolo alla di Marco, da Zamboni alla Giudici, passando per Giorgio Canali.

In questo tour, invece, si fa accompagnare dagli ex Ustmamò, Ezio Bonicelli e Luca Rossi, che fanno il possibile con violino, chitarre ed una batteria elettronica fuori tempo massimo. Aveva un senso quel giorno a Monza, non lo ha, ora, nel 2012, quando ormai tutto si è istituzionalizzato.

E non posso non scuotere la testa, ascoltando Tu menti, fiacca come non dovrebbe essere.

Ma c’è chi, giustamente, non ha metri di paragone, non avendolo visto in passato ed allora va tutto bene, va tutto alla grande e poga anche sulla musica elettronica stantia di Barbaro. Un concerto cantato quasi sempre ad occhi chiusi, come ai bei tempi, ma c’è stanchezza sul suo volto, sempre più scavato. Poca vera musica, una sola eccezione con Annarella, arrangiata con il violino, molto bella e toccante, giusto per lasciare ancor più amaro in bocca.

Lo dico sempre che le pessime compagnie ti portano sulla cattiva strada…che non è quella di de Andrè, purtroppo.

Si ringrazia Ufficio K e Nuvole Elettriche

 

Commenti  

 
#5 Alph 2012-06-14 13:57
Citazione kirby:
Citazione Alph:
@Kirby: c'è però da dire che la batteria elettrica la usavano anche ai tempi dei CCCP :) inoltre Ferretti, a parte tante cannette, non s'è mai fatto di niente di così distruttivo!


Scusa perchè Lindo Ferretti viene a dire a te cosa si è fatto? :-)


Eheh no, ma è ciò che ha dichiarato in varie interviste ed è ciò che hanno detto i suoi compagni di viaggio in altrettanti servizi ed altrettante, appunto, intervista :)

Istintivamente mi viene da credere alle sue parole e, a conti fatti, non credo che "le droghe" di cui parli in un commento precedente abbiano influito così gravosamente sul presunto declino della sua proposta artistica :)
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#4 kirby 2012-04-12 13:26
Citazione Alph:
@Kirby: c'è però da dire che la batteria elettrica la usavano anche ai tempi dei CCCP :) inoltre Ferretti, a parte tante cannette, non s'è mai fatto di niente di così distruttivo!


Scusa perchè Lindo Ferretti viene a dire a te cosa si è fatto? :-)
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#3 Alph 2012-04-08 14:19
@Kirby: c'è però da dire che la batteria elettrica la usavano anche ai tempi dei CCCP :) inoltre Ferretti, a parte tante cannette, non s'è mai fatto di niente di così distruttivo!
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#2 kirby 2012-03-29 13:46
Il mio pensiero a caldo dopo la performance è stato:


C'era una volta un genio pazzo fottuto di nome Giovanni Lindo Ferretti. Le droghe fanno male si sà, lui è la prova vivente. Mandato all'angolo si è rigiugiato in ideali che ha sempre ripudiato. Ancora eccelente a cantare ma si regge in piedi grazie all'immensa ombra del suo passato
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#1 kirby 2012-03-29 13:46
Ci sono amici che non erano daccordo dicendomi "hai dato i soldi ad uno che ha votato lega" e cose simili.
Quando asoclto un concerto non vado lì per giudicare un persona, ma per ascoltare il lavoro di un artista.

Così con leggerezza posso giudicare la sua performance. Lui sempre bravissimo, doti vocali e carismatiche impagabili. Anche gli struementi di accompagnamenti facevano il loro mestiere.
Il problema fondamentale alla perfomance è uno.Le canzoni hanno subito in terribile processo di appiattimento (in primis a causa della batteria elttrica, in secondo, la costante presenza del violino e per ultimo i Bpm abbassati di diverse canzoni) e dopo 20 minuti sembravano tutte uguali.
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