"Non luoghi musicali": concerti al centro commerciale Campania

Parte la rassegna "Non luoghi musicali", concerti al Centro Commerciale Campania di Dente, Paolo Fresu, Brunori SAS, Cristina Donà, Casinò Royale, Nada e tanti altri.

Li chiamano "non luoghi" i centri commerciali, posti dove il cielo non si vede, il tempo passa mentre sei attratto dalle vetrine dei negozi di moda, costruiti nella sterminata provincia, dove prima c'era tutta campagna. Sono "non luoghi", qualsiasi cosa significhi, positiva o negativa.

E vabbè non stiamo qui mica ad analizzare antropologicamente e architettonicamente il centro commerciale ma segnaliamo questa curiosa kermesse che porterà sul palco del centro commerciale "Campania" di Marcianise artisti che tradizionalmente si esibiscono sui palchi dei locali o festival estivi.

"Non luoghi musicali" è il nome dell'evento, organizzato da Campania Collettive, progetto nato all'interno del parco commerciale, che coinvolge "giovani laureandi in architettura, agronomi dottorandi, videomakers, artisti, fotografi e studenti di tutte le età"- come fanno sapere- e che ha già messo in piedi diversi progetti come L’Orto in Campania e il Ri-Festival, Ri-Fiuti,Ri-Ciclati,Ri-Vivono.

Si inizia a febbraio, ed in programma non ci saranno solo artisti rock ma anche jazz e di ispirazione classica. Si parte il 3 febbraio con il Paolo Fresu Quartet, il 10 toccherà alla cantautrice Cristina Donà, mentre sette giorni dopo sul palco di Piazza Campania ci sarà il piemontese Bugo.

Paolo Fresu

Il 24 febbraio ancora jazz con Enrico Pieranunzi (in trio con Scott Colley e Antonio Sanchez), mentre il 2 marzo toccherà a Nada e Terra Naomi (dagli U.S.A.). il 9 febbraio Sentieri Selvaggi, il 16 marzo ci sarà invece Dente.

Spazio ai ritmi etnici il 23 marzo con gli ungheresi con "Amadinda Percussion Group", sette giorni dopo doppio live con Riccardo Sinigallia ed il calabrese Brunori SAS (autore di uno dei migliori album del 2011, "Poveri Cristi". Ad aprile, dopo tre serate di classica e jazz, il 27 si esibiranno i milanesi Casino Royale.

Brunori SAS

Il programma è di tutto rispetto, il cast non ha bisogno di presentazioni ma sui social network è già polemica: è giusto far suonare artisti, che magari incidono con etichette indipendenti, in un centro commerciale, tra i tavolini dei fast-food ed i carrelli familiari? C'è chi difende la scelta di "Campania Collettive" sostenendo che così "la musica non è più per pochi eletti" e che "alla fine decide sempre il pubblico". Ci sono però anche problemi di ordine logistico, come sottolinea questo interessante articolo di Napoli Nord.

Il problema principale è un altro: i locali tradizionali riusciranno a sostenere la concorrenza visto che questi live sono anche gratuiti? Il rock si sposta nei centri commerciali? Scrivete i vostri commenti.

Luigi Ferraro

Commenti  

 
#6 Blow Up Film 2012-03-14 16:16
Caro @Giuseppe_Pever i
http://www.facebook.com/BlowUpFilm/posts/319957724735501?notif_t=like
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#5 wolf58 2012-02-01 13:40
non credo il problema sia del dove mettere l'arte. ma il che tipo di luogo. mi va bene una mostra non per forza in una galleria. è il concetto di centro commerciale che mi fa strano.
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#4 stammfor 2012-01-31 11:05
e i festini nei musei, l'arte e le mostre nei club ... i concerti nei centri commerciale e i teatri vuoti ...
poi che altro, a sto punto son curioso ....
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#3 Marjangel 2012-01-21 10:35
c'è chi "basti che si suoni!", c'è chi invece "è la morte della musica indie"...io andrò a vedere com'è e vi farò sapere, intanto c'è da sottolineare una cosa: ad organizzare in concerti sono ragazzi come tutti noi, che hanno risposto alla chiamata e, budget alla mano, hanno fatto una scelta di campo...avreste preferito neomelodici o gruppi che ripropongono il solito repertorio di musica napoletana, rivista in chiave salsa/merenghe? si sarebbe detto che erano i soliti ammacchiati con la camorra o che non si propone mai nulla di nuov
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#2 mica 2012-01-20 18:10
il "non luogo" non è il centro commerciale.
il "non luogo" è il social network...il "mondo virtuale" quello che non si può toccare..ma che in fondo sotto sotto c'è.

se avessero voluto fare un lavoro culturale...avrebbero trainato le persone nei locali "adatti".
potevano sposnorizzare con i soldi eventi nei teatri...
voi ce lo vedete bugo che canta tra i carrelli e i bambini che urlano "dateci alessandra amoroso?"
il collettivo vuole organizzare eventi?
perchè non lo fa nei luoghi adibiti alla musica?
perchè non lo fa in strada?

perchè al centro commerciale?
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#1 sand 2012-01-20 16:14
la società dello spettacolo ci ha davvero preso tutto.
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